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Mi sono occupato dell’immagine fotografica del Festival delle Colline Torinesi fin dalla sua prima edizione pensata, organizzata e magistralmente diretta dal giornalista RAI Sergio Ariotti. Sergio nel contattarmi mi affidò un incarico raro e prezioso per chi fa il mio mestiere: “hai carta bianca” mi disse. Il festival unisce due aspetti unici: teatro di sperimentazione ambientato nelle ville e residenze private della collina torinese, rese per l’occasione eccezionalmente accessibili al pubblico. Il signor Rosso, proprietario di villa Cimena, conoscendo il mio lavoro in quell’occasione, mi chiese allora di realizzare le opere fotografiche per il volume curato dall’editore Priuli & Verlucca.
Grazie a questo lavoro ho potuto conoscere da vicino il modo in cui Mario Merz affrontava la creazione di un’opera e – immagino – anche un aspetto altrettanto impegnativo: la convivenza con le figure e le dinamiche di un cantiere di questa portata. Un’esperienza che ricordo con grande piacere e che mi ha arricchito profondamente. La realizzazione della fontana Igloo di Mario Merz in corso Mediterraneo (come parte dell’intervento urbano noto come Spina 2) come omaggio alla sua figura e al suo legame con la città, è realizzata in pietra e con neon che indicano i quattro punti cardinali. Questa installazione urbana è diventata un segno distintivo del nuovo volto post-industriale della città, unendo arte contemporanea e rigenerazione urbana.
Ho realizzato le prime fotografie per la monografia delle Officine Savigliano curata dall’agenzia pubblicitaria Barbella Gagliardi Saffirio. Come si usa dire per certi talenti, le ho viste crescere e modificarsi negli anni fino all’attuale nuova vita, dove palcoscenici ed eventi di una Torino sempre più internazionale, fanno da eco a quei motivi semplici fischiettati da lavoratori durante i miei scatti. I locali si trovano nel cuore pulsante della nuova Spina 3 di Torino, dove fino agli anni Novanta sorgevano i grandi stabilimenti produttivi di Fiat e Michelin, immersi nel polmone verde del Parco Dora, parco post-industriale di 456mila metri quadri a due passi dal fiume e dall’omonima stazione ferroviaria
A volte, si sa, il business segue linee totalmente inaspettate, legami di fiducia portano a collaborazioni inattese. È stato così con DIONEA Yacht, come una pietra lanciata a filo d’acqua da un porto all’altro! Sì, perché di clienti navali è fatta questa piccola storia: “Costa Crociere” (per loro i servizi fotografici in location), “T Mariotti” costuttori navali di “Costa” e a loro volta Dionea Yacht. Navigare su uno yacht di lusso significa vivere un’esperienza riservata, immersi in ambienti curati e paesaggi in continuo movimento. Uno scenario ideale per raccontare, documentare e osservare da vicino una realtà esclusiva.
Ho conosciuto questa attivissima azienda nel corso del mio lavoro all’igloo di Mario Merz, loro ne hanno realizzato le strutture di acciaio, così come molte altre opere ed installazioni. In quello stesso anno l’azienda si è espansa nella nuova splendida sede di acciaio e cristallo. Ne ho documentato l’emozionante realizzazione dalle fondamenta all’ultimo bullone; metafora più che azzeccata nel loro caso! E come spesso capita con i miei clienti ho amichevolmente festeggiato, al Roof party di inaugurazione, l’inizio di una bellissima collaborazione.
Era il 2009 quando, recatomi a Berlino per un lavoro che si sarebbe protratto a lungo, incontrai Ruth Stirati nel corso della mia ricerca di affitto. Ruth mi raccontò subito che quello non era il suo vero mestiere. Lei -laureata in botanica – si stava casualmente trovando a “sistemare” amici e parenti italiani in arrivo a Berlino. L’anno successivo apriva le sue porte Case a Berlino, ad oggi riferimento principale per gli italiani — o per chi ha poca dimestichezza con la lingua tedesca — in cerca di una sistemazione ai piedi della Fernsehturm. Una collaborazione divertente, professionale, spontanea. Bis bald!
Ho avuto il piacere di seguire la comunicazione fotografica e video di questa falegnameria, nata tra le tradizioni solide delle valli cuneesi. Fondata dal padre, cresciuta con cura e dedizione artigianale, è oggi guidata dai figli che, con visione e passione, hanno saputo innovare profondamente ogni aspetto della produzione. Il nuovo branding e la riorganizzazione degli spazi produttivi raccontano una storia di continuità e trasformazione, in cui l’esperienza si fonde con il design contemporaneo. Un lavoro che mi ha permesso di raccontare, attraverso le immagini, una bellissima evoluzione senza compromessi sulla qualità.
Dei lavori realizzati mi piace ricordare le persone con cui collaboro. In questo caso però il mio ricordo va al bambino che nelle OGR – ormai abbandonate dal 1992 – ci abitava. Si scorge la sua casa alla terza fotografia di questa serie. Torno sovente in questo “nuovo hub di innovazione e arte a Torino” come recita il Pay-off del completissimo sito ricco di eventi; torno sovente ed ogni volta mi domando come sta, se quelle caramelle Leone ora può comprarle da se: ne sarei felice. Le OGR Officine Grandi Riparazioni è un complesso industriale fondato a Torino nel 1895 a cavallo tra le stazioni di Porta Susa e Porta Nuova, dove venivano eseguite le riparazioni e manutenzioni delle locomotive. Vengono riaperte al pubblico nel 2011 in occasione dei 150 anni dell’unità d’Italia e nel 2017 viene inaugurato il nuovo polo come sede di eventi culturali e centro di innovazione e ricerca.
Mi sono occupato della comunicazione fotografica e video di questa meravigliosa, profumata e storica azienda – un’icona torinese e italiana – fino a quando, per motivi di lontananza, ho dovuto passare il testimone ad altri colleghi. Curiosamente, il mio congedo ha coinciso con quello della famiglia storica, divenuta per me cara negli anni, che ha ceduto il testimone a Luca Barilla e Michela Petronio. Dopo tanti anni di collaborazione, scegliere immagini rappresentative è difficile: per questo ho deciso di mostrare un piccolo scorcio del passaggio dagli storici locali di Corso Regina Margherita al nuovo stabilimento di Collegno. Un grazie di cuore per questi splendidi anni insieme!
Ho documentato la ristrutturazione del Teatro Regio di Torino, conclusa nel luglio 2003 dopo un importante intervento di ammodernamento tecnico e funzionale. Il progetto si concentrò in particolare sul palcoscenico, le attrezzature sceniche e l’adeguamento alle normative di sicurezza, mantenendo però intatta l’architettura originale di Carlo Mollino, risalente al 1973. Il Teatro Regio, uno dei più prestigiosi d’Italia, fu ricostruito dopo l’incendio che lo distrusse nel 1936, e il suo aspetto attuale è un raro esempio di architettura teatrale del secondo Novecento. Un dettaglio affascinante è che la grande sala a ferro di cavallo, con le sue linee sinuose, fu progettata pensando tanto all’acustica quanto all’eleganza visiva, diventando un simbolo dell’identità culturale torinese.
Ho documentato l’andamento lavori della metropolitana di Torino, lavori iniziati nel 2000 e conclusi nel clima effervescente in vista delle Olimpiadi Invernali del 2006, evento che accelerò fortemente i tempi di realizzazione. La prima tratta fu inaugurata l’otto febbraio 2006, pochi giorni prima dell’apertura dei Giochi. La metropolitana di Torino è la prima e, finora, unica linea metropolitana automatica d’Italia. Un fatto curioso è che durante gli scavi vennero alla luce antichi reperti romani, poiché Torino (allora Augusta Taurinorum) fu una colonia romana. Inoltre, il tracciato corre in gran parte sotto il centrale Corso Francia, uno dei viali rettilinei più lunghi d’Europa.
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